La tonnara è un sistema di pesca a reti fisse,
quella di Camogli è una delle ultime cinque rimaste in Italia
ed è l'unica rimasta in Liguria e nel Nord Tirreno.
Le tonnare di Sicilia, Favignana e Bonagia, e le tonnare di Sardegna,
Carloforte e Portoscuso, sono notevolmente piu grandi della tonnara
di Camogli, che si estende per 340 metri, e non a caso viene chiamata
la tonnarella.
La tonnarella, può catturare qualunque tipo di pesce di passaggio
oltre ai tonni, viene calata da Aprile a Settembre, e viene "levata"
tre volte al giorno.
Fin dai tempi antichi, la tonnara di Camogli viene calata a circa 400
metri da Punta Chiappa.
Un tempo le reti erano fatte con la Lisca, un’erba che cresce
sul Monte di Portofino. Quest'erba veniva fatta seccare e poi veniva
intrecciata per fare le reti.
Oggi invece le reti sono fatte in cocco, che viene importato dall'india
e lavorato interamente a mano ogni anno. La rete finita pesa oltre i
mille Kg.
F inita la stagione di pesca, la rete viene tagliata ed abbandonata
in mare, dove essendo in fibra naturale non costituisce un pericolo
di inquinamento ambientale ma un ottima pastura per pesci.
Il pesce che nella sua migrazione si dirige da ponente a levante, di
fronte alle reti della tonnara viene invogliato a seguire la direzione
che lo porterà nella camera di raccolta.
Quando il capo pescatore vede il pesce nella camera di raccolta, dà
l'ordine di chiudere le reti ed ha inizio la salpata.
Si ha notizia della Tonnara di Camogli fin dagli inizi del XVII secolo.
I proventi della Tonnara vennero usati per la realizzazione del progetto
del primo molo(1624).
La Tonnara, costituisce la fonte più redditizia di tutto il borgo.
Nel 1914, la Tonnara di Camogli, si classifica al primo posto tra le
cooperative nazionali occupate nel settore della pesca.
Tra le prede della Tonnara si possono ricordare: Pescecani, mianti,
razze, anche una testuggine, ed uno squalo martello.
A San Fruttuoso, vengono lavorate ogni inverno, a mano e secondo canoni
antichi, le grosse corde che sostengono l'impianto dette "cavi". |